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The Thrill of Exploration
Stories of Audacity

Viaggiare non significa solo muoversi nello spazio, ma anche nel tempo. 
Ci muoviamo per arrivare più in là, che sia un altrove o un altro tempo, il futuro che ricerchiamo.

Il futuro può nascondersi anche tra la sabbia del deserto, come granelli di una clessidra che devono ancora scendere.
Una ricerca che provoca un brivido: the Thrill of Exploration.

Il tempo non aspetta nessuno, mettiamoci in viaggio con l’ultimo episodio di Maserati Stories of Audacity…

IL LUOGO, I PERSONAGGI, IL VIAGGIO.

IL LUOGO, I PERSONAGGI, IL VIAGGIO.

Dicono che nella notte il vento spazzi il deserto, che la mattina tutto appaia diverso. Soltanto chi lo conosce bene sa ritrovarsi, gli altri navigano in mezzo a una marea di sabbia e possibilità.

The Thrill of Exploration

Il luogo, i personaggi, il viaggio.
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Dicono che nella notte il vento spazzi il deserto, che la mattina tutto appaia diverso. Soltanto chi lo conosce bene sa ritrovarsi, gli altri navigano in mezzo a una marea di sabbia e possibilità. 

La città è ormai alle spalle, le luci diffuse di quella cattedrale tecnologica che si estende per chilometri e chilometri quadrati, come un filo di fumo si fanno via via lineari, si dispongono a fuso per illuminare la via che porta al deserto. Ormai il resto è solo buio e notte. 

La strada davanti a noi è riconoscibile a malapena: le sue linee sono confuse, giacciono sotto strati di sabbia così fine che tocca le ruote e la carrozzeria come fosse polvere.

È ora di abbandonare l’asfalto, il nero del catrame e delle strade già percorse. Si svolta a destra per imboccare una via alternativa, attorniata da dune e arbusti che sembrano coreografie di un mondo possibile, fatte di un tocco nella diversa densità di buio. Percorriamo circa un chilometro verso il cuore della notte e del deserto, fino a quando la strada finisce. Non più davanti: il mondo è intorno a noi.

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L'AUTO

L'AUTO

Per viaggiare nel deserto la pressione degli pneumatici deve essere ridotta: è per questo che ci fermiamo. Il pilota scende dall’auto e con l’aiuto di un manometro portatile sfila aria con un suono che è l’unico a marcare presenza prima di dissolversi, anch’esso, nel vento.

The Thrill of Exploration

L'Auto
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Per viaggiare nel deserto la pressione degli pneumatici deve essere ridotta: è per questo che ci fermiamo. Il pilota scende dall’auto e con l’aiuto di un manometro portatile sfila aria con un suono che è l’unico a marcare presenza prima di dissolversi, anch’esso, nel vento. Un bar di pressione per tutti e quattro gli pneumatici. Soltanto così i 330 cavalli del Levante Hybrid hanno il grip necessario per sfogarsi senza che la loro stessa potenza li affossi. Intanto una luce fioca comincia a disegnare una linea riconoscibile che dà forma al buio. È l’alba, il profilo mobile di un deserto che si apre per chilometri di fronte a noi e che stiamo per attraversare.

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LA SFIDA

LA SFIDA

A guardarlo distrattamente, il deserto può sembrare la fine di un processo millenario. Residui di rocce cosmiche, smembrate dal tempo e dall’erosione di una infinita catena di attimi, che diventano via via sempre più piccole e in balia del vento che alza i granelli al cospetto del cielo.

The Thrill of Exploration

La sfida
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A guardarlo distrattamente, il deserto può sembrare la fine di un processo millenario. Residui di rocce cosmiche, smembrate dal tempo e dall’erosione di una infinita catena di attimi, che diventano via via sempre più piccole e in balia del vento che alza i granelli al cospetto del cielo. L’orogenesi giunta alla stasi, la bellezza elegante e pericolosa delle cose che arrivano alla fine.

Ma questa mattina il deserto appare diversamente. Deve essere così. È un regno di possibilità, di potenzialità: un futuro, non un passato, dato dalle migliaia e migliaia di combinazioni possibili in cui quegli infiniti granelli si possono riassemblare - mossi dal vento o dalla mano dell’uomo, in qualcosa di nuovo. Un mare di sabbia entropica che aspetta un gesto, un input, una spinta per ridisporsi in un disegno che abbia un significato, una geometria, una bellezza.

Il Levante Hybrid non ha paura dei dislivelli di dieci o quindici metri che le dune gli offrono imprevedibilmente qua e là. In toni di blu su ocra, il motore sembra vivo, ringhia, come un’atleta al massimo sforzo, come un animale che pareggia le difficoltà della natura e poi le supera. Da dentro, però, l’impressione è quella di un transatlantico sull’oceano. Rolla e beccheggia su gaussiane morbide e infinite, ed è sul culmine di una duna che mi viene da guardare indietro.

Il sole ormai spunta e la sua luce orizzontale attraversa la sabbia che si alza dagli penumatici posteriori. Eccolo il disegno, una spirale aurea che sale dalla sabbia, che passa attraverso i cerchi e vedo forme che sono pura bellezza, maestria calligrafica come quella del Paese che ci ospita. Migliaia di particelle sospese, in questo momento sembrano avere il loro posto esatto: una nuova armonia. Un mandala di bellezza e potenza. 

Mi imprimo questa immagine prima che svanisca, un attimo dopo. Partorirà significati. Guardo di nuovo in avanti e dalla linea dell’orizzonte vedo spuntare una cupola bombata e scura. Sale lentamente e se non fosse che il sole è ormai tondo, penserei a un altro astro che saluta il mondo. Ancora più a est, spunta un’altra cupola e pian piano si levano entrambe, raggiungono il sole e lo coprono come un’eclissi di tecnologia ed elio. Due mongolfiere giocano con la potenza del cosmo e con il nostra Levante. Tutto pare ruotare, muoversi verso una direzione, descrivendo orbitali perfetti. 

Ecco, nel mondo, questa mattina c’è soltanto la forza della natura più completa e due modi di attraversare lo spazio. Un ballo di tecnologie sopra la linea curva della terra che si sveglia e pare giovane, bella, immacolata

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IL RITORNO

IL RITORNO

Il ritorno alla città è come il viaggio degli eroi. C’era il mondo di prima poi c’è una prova da superare, la più dura possibile. Una prova che, come un deserto, è ricca di difficoltà, di zone buie, di sabbie in grado di far sprofondare.

The Thrill of Exploration

Il ritorno
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Il ritorno alla città è come il viaggio degli eroi. C’era il mondo di prima poi c’è una prova da superare, la più dura possibile. Una prova che, come un deserto, è ricca di difficoltà, di zone buie, di sabbie in grado di far sprofondare. La sfida è adesso, è completamente umana ma condotta per il mondo, per il futuro. 

La strada del ritorno è tracciata. Smettendo di battere, il vento l’ha pulita e ora si vede il futuro. È fatto delle stesse cose dell’inizio: aria, acqua, terra, fuoco. Ma gli elementi fondamentali sono passati attraverso l’uomo che prima li ha sfruttati, ora comincia ad assecondarli. È comprensione, inizio di una nuova era, una lotta condotta non per vincere, domare o resistere, ma una lotta in accordo col mondo, e per il mondo. Da un viaggio si torna sempre cambiati, soprattutto se si sceglie la strada giusta.

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LA STRADA GIUSTA

LA STRADA GIUSTA

Il viaggio verso l'elettrificazione di Maserati è iniziato con lo sviluppo delle versioni Mild Hybrid di Ghibli e Levante, i primi due modelli che hanno proiettato Maserati nel futuro.

The Thrill of Exploration

La strada giusta
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Il viaggio verso l'elettrificazione di Maserati è iniziato con lo sviluppo delle versioni Mild Hybrid di Ghibli e Levante, i primi due modelli che hanno proiettato Maserati nel futuro. La meta: quella di progettare e produrre il miglior ibrido possibile, totalmente Maserati, con la tecnica e la maestria di un processo che parte dalla tradizione e si sviluppa con le migliori tecnologie. Come poco fa ho fatto io, Maserati si è guardata indietro e dalla sabbia del passato, dal termine di un processo durato secoli, ha cercato di costruire bellezza. Ripensando, riassemblando, rimodulando. Pulire il mondo ricostruendo bellezza, ecco il significato di quel disegno di sabbia. Ma questo non è un mandala, è una visione nuova e permanente di energia e bellezza.

Il nostro viaggio con Maserati solcando la neve, il mare e il deserto si chiude qui.
Così ci siamo mossi nello spazio e nel tempo; imparando dove andremo domani, lasciando il nostro ieri migliore di come l’avevamo attraversato.

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